Per coloro che stanno seguendo l’evoluzione della riforma dei controlli fiscali in India, il 2019 è stato un anno ricco di avvenimenti legati alla fatturazione elettronica. A partire dalla scorsa primavera, un gruppo di enti governativi e della pubblica amministrazione si è riunito regolarmente con l’obiettivo di proporre una nuova modalità di verifica della conformità GST tramite l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria. Dato il grande impatto che una simile riforma comporterebbe per l’economia indiana e globale, queste discussioni, spesso a porte chiuse, hanno dato adito a un gran numero di voci che talvolta hanno fatto circolare notizie false sul mercato.

Farsi strada nell’assenza di informazioni

Finora, non sono state pubblicate molte informazioni formali o definitive. In seguito alla consultazione pubblica che si è tenuta all’inizio di questo autunno, è stato pubblicato un whitepaper di alto profilo in cui viene descritto il processo di fatturazione elettronica previsto; tuttavia, da allora non è più stato divulgato nulla di formale o definitivo. Una nota stampa rilasciata dalle autorità competenti riporta che il calendario previsto per l’adozione della misura dovrebbe essere il seguente:

1° gennaio 2020: adesione volontaria per le imprese con un fatturato uguale o superiore a 5 miliardi di rupie;

1° febbraio 2020: adesione volontaria per le imprese con un fatturato uguale o superiore a 1 miliardo di rupie;

1° aprile 2020: adozione obbligatoria per entrambe le categorie sopracitate e adozione volontaria per le imprese con un fatturato inferiore a 1 miliardo di rupie.

Nonostante la nota chiarificatrice sia stata accolta favorevolmente, il calendario delineato non è ancora quello definitivo, pertanto i contribuenti dispongono ancora di poche informazioni su come soddisfare i requisiti previsti dalla riforma dei controlli fiscali e di nessuna indicazione definitiva su quando dovranno risultare conformi. Tuttavia, questa situazione è attualmente in fase di risoluzione e stiamo assistendo alla prima stesura di una legge.

La comparsa del primo quadro normativo

Il 13 dicembre 2019 è stata rilasciata una serie di note (N. 67-72/2019) che introducono gli emendamenti all’attuale quadro legislativo GST e che attualmente è in attesa di pubblicazione sulla gazzetta ufficiale indiana. In breve, queste note:

Queste note pubblicate il 13 dicembre saranno il primo di tanti documenti necessari per chiarire in maniera formale i dettagli della futura riforma sulla fatturazione elettronica. Inoltre, cosa ancor più importante, servono a indicare chiaramente che le autorità indiane hanno quasi terminato quella che è stata una fase di progettazione analitica e consultiva e che si sta invece prospettando un periodo di preparazione alla prima implementazione.

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Ulteriori informazioni sulle soluzioni per la fatturazione elettronica di Sovos.

L’Italia è in prima linea nella fatturazione elettronica B2G in Europa fin dal lancio del Sistema di Interscambio (SDI), piattaforma per la fatturazione elettronica creata e resa obbligatoria per tutti i fornitori del settore pubblico nel 2014.

Mentre alcuni dei suoi vicini europei si adoperano per recuperare lentamente terreno, l’Italia continua a migliorare l’integrazione delle nuove tecnologie nelle procedure della pubblica amministrazione. L’ultima novità è l’introduzione degli ordini elettronici negli appalti pubblici. Sfruttando il successo ottenuto dal Nodo di Smistamento degli Ordini della pubblica amministrazione in Emilia-Romagna, l’Italia sta ora estendendo questa funzionalità in tutto il paese.

Ordini elettronici per acquisti non limitati ai soli prodotti sanitari

Dal 1º ottobre 2019, tutti gli ordini di prodotti acquistati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) devono essere consegnati e ricevuti dai fornitori tramite la piattaforma NSO. I fornitori interessati dal provvedimento saranno tenuti a ricevere ordini elettronici dagli enti pubblici: la pubblica amministrazione non procederà alla liquidazione e al pagamento di fatture emesse da società non conformi. È interessante notare che il provvedimento copre tutti gli ordini di acquisto effettuati da enti associati al SSN, compresi non solo i prodotti di carattere sanitario ma anche le forniture per ufficio e di elettronica.  

Oltre alla ricezione obbligatoria degli ordini elettronici, i fornitori potranno anche inviare messaggi alla pubblica amministrazione. In casi precedentemente concordati tra fornitori e pubblica amministrazione, la società fornitrice può inviare ordini elettronici precompilati all’acquirente della pubblica amministrazione, che potrà confermare o rifiutare la fornitura proposta.

Ordini elettronici e fornitori esteri

Anche i fornitori esteri dovranno adeguarsi al provvedimento. Il mandato NSO avrà un certo impatto sulla fatturazione elettronica per le pubbliche amministrazioni italiane, visto che alcuni dati degli ordini elettronici devono essere inclusi nelle fatture elettroniche che vengono trasmesse attraverso l’SDI.

Il sistema NSO è basato sull’infrastruttura SDI esistente e, di conseguenza, la comunicazione con l’NSO richiede che il canale venga accreditato in maniera simile all’SDI. I fornitori e gli intermediari che già provvedono alla trasmissione di messaggi tramite la piattaforma SDI devono conformarsi ai requisiti di certificazione complementari, che devono ancora essere pubblicati. Inoltre, le specifiche tecniche mostrano che gli intermediari PEPPOL possono interagire con la piattaforma NSO grazie a un servizio di Access Point accreditato con l’NSO.

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Scopri come Sovos aiuta le aziende a gestire fatturazione elettronica e altri mandati in Italia e in tutto il mondo. Per saperne di più su quello che riteniamo essere il futuro de settore, scarica l’eBook Sovos su tendenze in materia di conformità alla fatturazione elettronica

Chi ha seguito da vicino gli annunci SAF-T degli ultimi anni può essere perdonato se ha avuto la sensazione di assistere alla stessa scena più e più volte,  con un susseguirsi di date di inizio e obblighi di rendicontazione annunciati, poi modificati e ripubblicati man mano che i paesi interessati valutavano le rispettive esigenze e la disponibilità delle aziende a fornire i dati nei formati richiesti.

All’inizio del mese, la Polonia ha annunciato che le modifiche previste per il 1° luglio 2019, per la presentazione obbligatoria dei dati SAF-T e il corrispondente annullamento dell’obbligo di presentare una dichiarazione IVA periodica, sarebbero state rinviate a gennaio 2020. 

Sempre questo mese, la Romania ha reso nota l’intenzione di diventare l’ottavo paese ad adottare SAF-T introducendo i requisiti per la rendicontazione delle transazioni entro la fine del 2020.   

Ma che cos’è SAF-T? Come si pongono i paesi che hanno introdotto la relativa legislazione e cosa ci riserva il futuro?

SAF-T: un formato di file per la verifica delle imposte

Il formato SAF-T, ovvero il file di verifica standard per le imposte, è stato sviluppato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) con l’obiettivo di creare uno standard per lo scambio elettronico dei dati contabili tra le organizzazioni alle relative autorità fiscali nazionali e gli auditor esterni.

I due principi chiave alla base di questo concetto sono:

  1. Le organizzazioni dovrebbero essere in grado di esportare informazioni dai loro sistemi contabili (fatture, pagamenti, libri giornale e master file) in un formato standard per
  2. Consentire ad autorità fiscali e auditor esterni di rendere ispezioni e verifiche fiscali più efficienti ed efficaci.

Nel 2005, l’OCSE ha rilasciato la prima versione dello schema SAF-T, che fornisce dettagli sul contenuto di un report xml SAF-T e su come formattare e strutturare tali dati.  Lo schema originale si basava su libro mastro e dettagli di fatture e pagamenti, insieme ai master file di clienti e fornitori.  Nel 2010 è stata presentata una seconda versione dello schema SAF-T che includeva informazioni sull’inventario e sui capitali fissi.

Ciò che l’OCSE non ha definito e che spetta quindi all’amministrazione fiscale di ciascun paese decidere è il formato esatto in cui i dati vanno acquisiti e quando e come vanno inviati all’amministrazione fiscale.

Approcci diversi

Dai paesi che hanno adottato SAF-T emergono tre approcci generali:

In alcuni casi, si parte dall’obbligo di produrre dati su richiesta e si sfocia poi in invii periodici.

A che punto siamo?

Oggi sono sette i paesi che hanno introdotto leggi a sostegno dei requisiti SAF-T.

Portogallo

Il Portogallo è stato uno dei primi ad adottare questi provvedimenti, tanto che dal 2008 gli enti portoghesi sono tenuti a estrarre i dati nel formato di file SAF-T (basato sulla prima versione dello schema OCSE SAF-T) con cadenza annuale.  Nel 2013 sono seguite ulteriori estensioni per includere i dati delle fatture di vendita e altri documenti su base mensile.

Lussemburgo

Il Lussemburgo ha introdotto l’obbligo di estrarre i dati in formato SAF-T nel 2011.  La norma si applica solo alle aziende con sede in Lussemburgo soggette al piano dei conti locale e i dati vanno presentati soltanto su richiesta delle autorità fiscali.

Francia

La Francia ha introdotto un requisito SAF-T nel 2014, utilizzando un formato proprietario anziché lo standard SAF-T dell’OCSE, che richiede l’invio dei file in formato .txt.  Al momento l’invio dei dati è previsto solo su richiesta delle autorità fiscali francesi.

Austria

L’Austria ha introdotto il SAF-T nel 2009 e al momento prevede l’invio dei dati solo se richiesto dalle autorità fiscali.

Polonia

A oggi, la Polonia è forse il più grande sostenitore del formato SAF-T, avendo introdotto l’obbligo per le grandi aziende di presentare dichiarazioni JPK (Jednolity Plik Kontrolny) con cadenza mensile nel 2016.

Lituania

La Lituania ha introdotto l’obbligo di presentare i.MAS basati su SAF-T in maniera graduale, iniziando dalle organizzazioni più grandi nel 2016 e lavorando per imporre SAF-T a tutte le imprese entro il 2020.  L’i.MAS si compone di tre parti: la segnalazione i.SAF delle fatture di acquisto e di vendita su base mensile, la comunicazione i.VAZ dei documenti di trasporto/spedizione e il resoconto sulle transazioni contabili i.SAF-T, che va inviato solo su richiesta delle autorità fiscali.

Norvegia

SAF-T è in atto su base volontaria dal 2017 e c’è che vorrebbe imporlo su richiesta da gennaio 2020.

Cosa ci riserva il futuro di SAF-T?

I paesi che ricevono dati SAF-T regolari a livello di transazione potrebbero ridurre i requisiti periodici di dichiarazione IVA.  Questo perché la necessità di preparare una dichiarazione IVA contenente informazioni che le autorità fiscali già ricevono su base transazionale può essere considerata come un inutile duplicato. 

La Polonia propone che i dati SAF-T vadano a sostituire la necessità di presentare una dichiarazione IVA a partire da gennaio 2020.

La Romania propone una transizione graduale alla presentazione dei dati sulle transazioni a partire dal 2020, cominciando dalle grandi aziende, con una riduzione delle dichiarazioni IVA da inoltrare.

 

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Grazie a Sovos, Ashland massimizza l’efficienza delle procedure di dichiarazione dell’IVA

caso di studio

Ashland

Grazie al passaggio a VAT Reporting di Sovos, oggi Ashland può contare su un servizio creato su misura per gestire in modo standard, efficiente e preciso 40 regimi fiscali IVA diversi e due Shared Service Center.

Riepilogo

Sfide aziendali

  • Nell’area EMEA, ogni mese, Ashland doveva elaborare 40 regimi fiscali IVA diversi e, nonostante il suo approccio alla compliance fosse centralizzato, non era standardizzato, rallentando così le attività di compliance e aumentando le probabilità di commettere errori.
  • L’azienda si è rivolta a due Shared Service Center, perché aveva bisogno di una soluzione per la dichiarazione dell’IVA in grado di standardizzare la compliance e migliorare l’efficienza.

Soluzione

  • Ashland ha implementato il sistema di dichiarazione IVA di Sovos al fine di affrontare queste sfide e fornire un’assistenza personalizzata.
  • Da allora Ashland ha implementato anche le soluzioni SAF-T e Spain SII per mantenere procedure di compliance centralizzate ed efficienti.

Risultati

  • Grazie a Sovos, Ashland ha ottenuto risultati migliori in termini di standardizzazione, efficienza e accuratezza, consentendo al suo team di concentrarsi sull’analisi e sui miglioramenti delle procedure.
  • Il tempo necessario per preparare una dichiarazione IVA è diminuito in media del 30-50 %.
  • Ashland mantiene una compliance costante nei paesi in cui opera.

L'azienda

Ashland Global Holdings Inc. (NYSE: ASH) è una delle principali aziende internazionali produttrici di specialità chimiche e opera in una vasta gamma di mercati, tra cui: adesivi, rivestimenti architettonici, automobili, edilizia, energia, alimenti, igiene personale e settore farmaceutico. Ashland si serve di circa 6500 esperti appassionati e tenaci (da chimici ricercatori e scienziati noti a ingegneri e operatori di impianto talentuosi) con un unico obiettivo: sviluppare soluzioni pratiche, innovative ed eleganti a problemi complessi per clienti operanti in oltre 100 paesi.

La sfida

Con 40 regimi fiscali IVA diversi in tutta l’area EMEA e due Shared Service Center operanti in location differenti, l’approccio di Ashland a dichiarazioni e rendicontazione IVA non era standardizzato. Ogni contabile aveva un approccio individualizzato alle riconciliazioni e alla preparazione delle rendicontazioni, complicando così le attività di revisione e convalida delle dichiarazioni. Senza una procedura standardizzata, la conformità agli obblighi IVA richiedeva molto tempo.

La soluzione

Dovendo elaborare 40 dichiarazioni IVA al mese nell’area EMEA, oltre ad altre rendicontazioni IVA, Ashland ha deciso di spostare le procedure di compliance IVA in due Shared Service Center: uno in Polonia e uno in India. Con questa centralizzazione, l’azienda aveva bisogno di un singolo strumento che non solo generasse dichiarazioni in ciascun paese, ma consentisse anche di ottenere risultati standardizzati e accurati.

“Senza un buon software, sarebbe impossibile adattarsi alla velocità con cui cambiano gli obblighi fiscali in termini di dichiarazione dell’IVA. Senza Sovos non saremmo in grado di soddisfare in tempo queste normative”.

Anna Buchnowska

EMEA VAT manager, Ashland

I vantaggi

Dopo aver implementato la soluzione per la dichiarazione dell’IVA di Sovos, Ashland ha conseguito numerosi vantaggi, in particolare in termini di standardizzazione, efficienza e precisione. Le fasi procedurali relative alla dichiarazione dell’IVA, tra cui preparazione, riconciliazione e generazione delle rendicontazioni, sono ora più efficienti. In questo modo, il team addetto alla fiscalità dispone di più tempo per concentrarsi sulle analisi reali, senza dover rispondere agli auditor e gestire gli aspetti tecnici della compliance (raccolta dei dati, tabelle Excel, ecc.). Inoltre, il responsabile IVA adesso può rivedere e controllare le rendicontazioni in maniera più agevole.

La creazione di rendicontazioni IVA è stata automatizzata e i risultati sono evidenti: maggiore precisione grazie alla riduzione degli errori umani, revisione di più transazioni al contempo ed esecuzione di audit interni prima della presentazione delle rendicontazioni stesse. Grazie a Sovos, adesso Ashland può adeguarsi rapidamente ai nuovi e crescenti obblighi di rendicontazione dell’IVA, come il SAF-T.

A livello aziendale, Ashland ha migliorato le prestazioni e ridotto i costi, mantenendo e perfezionando continuamente il livello di compliance.

I risultati

Nonostante le crescenti complessità relative alla compliance dell’area EMEA e l’aumento degli obblighi di rendicontazione, Ashland è in grado di gestire le attività di rendicontazione dell’IVA con lo stesso numero di membri del personale che aveva prima dell’implementazione di Sovos, ma lo fa in modo più efficiente. Grazie all’implementazione di Sovos, il tempo necessario per preparare una dichiarazione IVA è diminuito in media del 30-50 %, consentendo ai team che si occupano di IVA di concentrarsi maggiormente sul miglioramento di verifiche e procedure di controllo e di analisi. L’implementazione di Sovos ha permesso ad Ashland di identificare eventuali problemi prima di effettuare le rendicontazioni e di gestire gli audit molto rapidamente, mitigando il rischio di sanzioni con dati chiari, accessibili e verificati.

Perché Sovos?

In termini di adempimento IVA, Ashland aveva preso in considerazione varie opzioni, rivolgendosi a società di consulenza e fornitori di servizi tecnologici. Con Sovos, Ashland ha ottenuto la standardizzazione e la precisione di cui aveva bisogno. La decisione non è stata presa solo considerando il fattore tecnologico, poiché il partner ideale era rappresentato da un’azienda con servizi relativi alla conformità agli obblighi IVA. Inoltre, nella scelta sono stati determinanti anche i servizi di assistenza. Alla fine Ashland ha scelto Sovos perché i leader fiscali si sono convinti che avrebbero ottenuto un servizio solido e su misura, di qualità superiore ai modelli di consulenza tradizionali.

Da quando ha scelto la soluzione di rendicontazione dell’IVA di Sovos, Ashland ha ampliato il suo campo d’azione, includendo anche la conformità con i requisiti normativi SII della Spagna. Considerata la comparsa di requisiti normativi sulla compliance in tutto il mondo, Ashland ha trovato in Sovos la soluzione ideale.

A causa di frodi all’imposta sul valore aggiunto (IVA), relativa evasione ed elusione e per via di sistemi di riscossione fiscale inadeguati, ogni anno i paesi dell’Unione europea (UE) devono far fronte a miliardi di euro di perdite IVA. Nel 2016, il divario IVA nell’UE ammontava a 159,5 miliardi di euro, pari al 14 % del gettito IVA atteso. Di conseguenza, i paesi UE hanno introdotto diverse misure per incrementare l’adempimento IVA e rendere i sistemi dedicati più resistenti alle frodi. Una di queste misure è il meccanismo di scissione dei pagamenti.

Che cos’è la scissione dei pagamenti?

Il meccanismo di scissione dei pagamenti altera la normale riscossione IVA separando il pagamento della base imponibile (ad esempio il prezzo del prodotto al netto dell’IVA) dal pagamento dell’ammontare IVA. Esistono alcune varianti, ma generalmente il cliente paga una fattura su due conti separati: l’ammontare netto viene versato sul conto bancario commerciale del fornitore, mentre l’ammontare IVA viene versato direttamente su un conto bancario dedicato del fornitore, chiamato conto IVA. Nella pratica, il pagamento sarà unico e sarà la banca a occuparsi della scissione.

La scissione dei pagamenti è considerata uno strumento per combattere frodi e inadempimenti IVA in grado di impedire ai fornitori di addebitare l’IVA e scomparire senza dichiarare o pagare il dovuto all’autorità fiscale ("frode dell’operatore inadempiente"). Differisce dalla normale procedura europea di riscossione dell’IVA, che si affida alla riscossione da parte del venditore e alla rimessa periodica dell’IVA da parte di operatori registrati.

A dicembre 2017, la Commissione europea ha portato a termine un esauriente studio sulla scissione dei pagamenti, volto a progettare e determinare scenari tecnicamente e legalmente attuabili per utilizzare un meccanismo di scissione dei pagamenti come strumento di riscossione IVA. Lo studio ha rilevato che:

“…non sussiste alcuna prova evidente del fatto che i benefici derivanti dalla scissione dei pagamenti possano essere superiori ai costi. Tra i principali effetti riscontrati c’è il fatto che un più ampio campo di applicazione della scissione dei pagamenti potrebbe comportare una maggiore riduzione del divario IVA, ma aumenterebbe in modo significativo i relativi costi amministrativi”. [fonte]

I paesi UE dotati di meccanismo di scissione dei pagamenti

Nonostante la valutazione inconcludente della Commissione europea, i meccanismi di scissione dei pagamenti sono attualmente in uso in tutto il mondo, principalmente al di fuori dell’UE. Nell’UE, l’Italia e la Romania hanno attuato meccanismi di scissione dei pagamenti mentre la Polonia ha in previsione di fare lo stesso; il Regno Unito, invece, ha iniziato a prenderli in considerazione. 

Il 1° gennaio 2015, l’Italia ha introdotto un meccanismo di scissione per i pagamenti verso la pubblica amministrazione, ai sensi della legge di stabilità del 23 dicembre 2014, n. 190. L’ambito di applicazione è stato ampliato diverse volte, l’ultima delle quali il 1° gennaio 2018.  Attualmente, viene applicato alle forniture di beni e servizi resi a diverse categorie di enti pubblici, come imprese pubbliche, società speciali, fondazioni e relative partecipate, oltre che alle società inserite nell’indice FTSE MIB. Secondo il funzionamento del sistema in Italia, i fornitori addebitano l’IVA italiana su beni e servizi resi alle entità sopra elencate. Quindi, questi clienti “scindono” il pagamento della fattura, pagando la base imponibile ai fornitori e versando l’IVA su un apposito conto bancario IVA del Ministero del Tesoro.

In Polonia, l’introduzione della scissione dei pagamenti è prevista per il 1° luglio 2018. Diversamente dall’Italia, il regime adottato dalla Polonia non richiede ai clienti di effettuare due diversi pagamenti. Sarà invece richiesto un unico pagamento a favore della banca, che poi lo suddividerà tra due conti separati: uno per l’importo al netto dell’IVA da versare sul conto bancario commerciale del fornitore e uno per l’importo dell’IVA da pagare direttamente su un conto bancario IVA dedicato del fornitore.

L’ambito di applicazione del provvedimento relativo alla scissione dei pagamenti polacco sarà molto più ampio rispetto a quello italiano, in quanto verrà applicato a tutte le attività con partita IVA. D’altra parte, il meccanismo polacco di scissione dei pagamenti sarà facoltativo e l’acquirente potrà applicarlo senza essere obbligato.

In Romania, dal 1° gennaio 2018 è attivo un meccanismo di scissione dei pagamenti per le imprese che superano determinati limiti di IVA da versare. In base al meccanismo di scissione dei pagamenti romeno, i dichiaranti IVA sottoposti all’obbligo sono tenuti ad aprire conti bancari separati per la riscossione e il pagamento dell’IVA. La scissione dei pagamenti ai fini IVA è applicata a tutte le forniture imponibili di beni e servizi che hanno luogo in Romania. Come in Italia ma diversamente dalla Polonia, il meccanismo di scissione dei pagamenti è obbligatorio. I fornitori addebitano l’IVA romena su beni e servizi, quindi il cliente opera la scissione dei pagamenti, trasferendo l’IVA direttamente sul conto bancario IVA del fornitore. Il conto bancario IVA del fornitore può essere utilizzato esclusivamente per pagamenti IVA in entrata e in uscita.

Il Regno Unito ha tenuto una concertazione sull’adozione di un meccanismo di scissione dei pagamenti per far fronte alle frodi IVA in ambito e-commerce. In base a questo meccanismo, l’IVA dovuta sulle forniture online andrebbe pagata direttamente alle autorità fiscali del Regno Unito al momento dell’acquisto. In Regno Unito si discute di diverse questioni:

La HMRC (Her Majesty’s Revenue and Customs, corrispondente britannico dell’Agenzia delle Entrate) ha presentato una prima proposta in merito al funzionamento del meccanismo di scissione dei pagamenti intitolata “Alternative method of VAT collection – split payment” (“Metodo alternativo di riscossione dell’IVA: scissione dei pagamenti”), disponibile per la valutazione da parte del pubblico fino al 29 giugno 2018. La proposta dell’HMRC prevede che il commerciante identifichi ed esegua la scissione dei pagamenti per le transazioni relative ai residenti nel Regno Unito e che i fornitori di servizi di pagamento identifichino e provvedano alla scissione dei pagamenti per le transazioni relative a soggetti non residenti. È prevista la compilazione di un registro approvato delle società di pagamento (sia commercianti sia fornitori di servizi di pagamento) che avrebbero facoltà di eseguire la scissione dei pagamenti. Per quanto riguarda i venditori oltreoceano, per ogni pagamento, l’emittente della carta dovrà controllare se sarà una società di pagamento approvata a doversi occupare della scissione di un determinato pagamento. In tal caso, l’emittente della carta trasferirà l’intero pagamento alla società responsabile, la quale provvederà quindi a scindere l’IVA, pagarla direttamente all’HMRC e trasferire il saldo sul conto bancario del venditore oltreoceano. In caso contrario, l’emittente della carta dovrà scindere l’IVA, pagarla direttamente all’HMRC e trasferire il saldo alla società di pagamento non approvata che, a sua volta, lo trasferirà alla banca del venditore oltreoceano. Infine, l’HMRC accrediterà sul conto bancario IVA britannico del venditore l’importo IVA riscosso.

L’impatto della scissione dei pagamenti sulle imprese

Con un meccanismo di scissione dei pagamenti, i fornitori potrebbero essere soggetti a un flusso di cassa negativo. Nonostante i fondi depositati sul conto IVA appartengano al fornitore, questi non potrà utilizzarli liberamente, bensì potrà spenderli soltanto per specifiche finalità previste dal regime normativo. In Polonia, le imprese possono utilizzare i fondi soltanto per versare l’IVA sul conto IVA di chi emette la fattura e per versarla alle autorità fiscali.

In Italia, hanno registrato molto ritardo nell’elaborazione dei rimborsi a favore delle imprese (fino a 90 giorni dalla richiesta di rimborso IVA trimestrale). Questo ritardo consente alle autorità di trattenere l’IVA in entrata per un periodo di tempo più lungo, guadagnando sugli interessi a favore della pubblica amministrazione, ma andando a influire al contempo sul flusso di cassa delle imprese italiane. Per una stima esaustiva delle implicazioni comportate da un sistema di scissione dei pagamenti per il flusso di cassa, vanno considerati i costi inerenti i prestiti, sia per le imprese sia per la pubblica amministrazione.

Per determinare l’impatto sulle imprese, la Commissione europea ha preso in considerazione una serie di fattori e modelli inerenti il meccanismo di scissione dei pagamenti. L’impatto della scissione dei pagamenti su diversi tipi di impresa varia a seconda di diversi fattori, tra cui il tipo di transazione, l’attribuzione della responsabilità per un determinato pagamento, se si tratta di una transazione oltre confine e i costi di adempimento che le aziende dovranno sostenere per implementare le migliori pratiche legate alla scissione dei pagamenti. 

Agisci

Nell’Unione europea, la scissione dei pagamenti sta emergendo come nuovo meccanismo di riscossione dell’IVA.  Le imprese devono restare all’erta e essere in grado di adattarsi per far fronte al panorama in costante evoluzione degli adempimenti IVA. Contattaci per sapere in che modo possiamo aiutare la tua impresa a non rimanere indietro.