Il 7 luglio, la Grecia è andata al voto per eleggere un nuovo governo. Il partito di sinistra del governo precedente, al potere dal 2015, ha subito un duro colpo: eletto con la speranza che potesse introdurre politiche meno severe, in realtà secondo molti non solo non ci sarebbe riuscito, ma avrebbe addirittura peggiorato la situazione. Come era prevedibile, quindi, il partito di centrodestra dell’opposizione ha trionfato con la maggioranza assoluta. Con questo risultato, la Grecia ha nuovamente votato per il cambiamento, scegliendo un programma che dovrebbe stimolare la crescita economica.
Prevediamo che il risultato delle recenti elezioni potrebbe avere un impatto sull’ordine del giorno dell’Autorità indipendente delle entrate pubbliche (AADE) in merito a come la Grecia attuerà la riforma della fatturazione elettronica in programma.
L’AADE, che ha autorità su tutte le questioni fiscali nel paese, è anche l’ente che ha architettato la recente proposta per un quadro nazionale di fatturazione e rendicontazione elettroniche. Trattandosi di un’autorità indipendente e non soggetta ad alcuna forma di supervisione o controllo da parte del governo, l’AADE non dovrebbe essere influenzata dall’esito delle elezioni parlamentari; tuttavia, la sua politica potrebbe variare a seconda di quanto rigoroso sarà il nuovo governo con i controlli fiscali e l’applicazione dei relativi obblighi nel tentativo di combattere l’evasione fiscale e colmare il disavanzo IVA del paese.
Prima di effettuare previsioni, è bene sottolineare che l’AADE inizialmente ha previsto un mandato di fatturazione elettronica simile a quello introdotto in Italia nel 2018-2019. Tuttavia, proprio come l’Italia, in questo caso la Grecia avrebbe bisogno di chiedere e ottenere l’approvazione UE prima di una simile riforma. Una deroga UE simile a quella concessa all’Italia, però, richiederebbe tempo e potrebbe essere più difficile da ottenere, poiché la Grecia è priva dell’infrastruttura tecnica di fatturazione elettronica B2G di cui l’Italia già disponeva. Pertanto, ha preferito affidarsi a un altro modello, basato sulla rendicontazione e sulla contabilità elettroniche, tenute all’interno della piattaforma online dell’agenzia delle entrate greca. In sostanza, questo modello è una combinazione di trasmissione dei dati di base della fattura guidata dai fornitori e requisiti sul lato acquirente per la convalida dei dati con diverse informazioni contabili. La procedura consentirà anche di aggiornare i libri contabili digitali dell’AADE. Il modello proposto non arriva alla “clearance” in tempo reale delle fatture elettroniche, ma l’AADE ha affermato che questo approccio in stile latinoamericano è, in definitiva, il suo obiettivo per il paese.
L’AADE ha annunciato che il modello di rendicontazione e contabilità sarà attuato nel gennaio 2020 ma, poiché nei prossimi mesi il paese si troverà ad affrontare un cambiamento politico, questa scadenza appare poco realistica.
Sebbene sia difficile prevedere se la Grecia passerà o meno al quadro di rendicontazione e contabilità elettroniche proposto, è ancor meno probabile che le autorità cambino la portata o le specifiche dei dati della fattura da inviare all’amministrazione fiscale negli schemi di trasmissione futuri. Se le indicazioni in termini di implementazione possono cambiare, lo spostamento dell’attenzione dalla conformità tradizionale e audit a controlli delle transazioni più continui in tempo reale o quasi è significativo. Questa tendenza sta guadagnando terreno in tutta Europa ed è politicamente inarrestabile, poiché sempre più governi stanno adottando misure per combattere le frodi e rendere i controlli fiscali più efficaci.
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Siccome sempre più paesi nel mondo dipendono dall’IVA, dalla GST o da altre imposte indirette come singola fonte di entrate pubbliche significativa, i governi cominciano a chiedersi quali mezzi tecnici utilizzare per massimizzare la riscossione delle imposte dovute sotto i nuovi regimi fiscali. L’India è solo l’esempio più recente di questa tendenza.
La GST è stata introdotta nel paese nel luglio 2017, dopo lunghi anni di discussioni e trattative tra le diverse parti interessate. La riforma ha comportato semplificazioni significative e la razionalizzazione della tassazione in India. Sebbene vi siano stati alcuni ostacoli, in confronto ad altri paesi si è trattato di un’implementazione piuttosto rapida: appena due anni dopo la sua implementazione, la riforma è considerata da molti un successo e sembra che il governo sia pronto a fare un ulteriore passo in avanti introducendo obblighi fiscali in tempo reale sulle procedure di fatturazione elettronica B2B.
All’inizio della primavera, il Consiglio indiano per la GST ha annunciato la formazione di un comitato speciale allo scopo di indagare sulla potenziale attuazione di un sistema di fatturazione elettronica B2B obbligatorio: il “Committee of Officers on generation of electronic invoice through GST Portal” (CoO).
Nello specifico, il CoO è stato incaricato di analizzare e confrontare il sistema di clearance sudcoreano con sistemi simili in America Latina, al fine di individuare le migliori prassi globali e di valutare fino a che punto l’attuale piattaforma indiana controllata dallo stato (la rete GST) può fungere da centro nevralgico in un processo di fatturazione elettronica che segua un modello di clearance.
Alla fine di maggio, il CoO ha formato due sottocomitati per lavorare su binari paralleli: da una parte su questioni legali e politiche, dall’altra sullo sviluppo di requisiti tecnici. Nelle ultime settimane, i lavori sono progrediti sia nei gruppi di lavoro sia in consultazioni tra pubblico e privato.
Il comitato si sta avvicinando al termine delle delibere iniziali, ma le sue raccomandazioni conclusive non sono ancora state pubblicate in un resoconto finale. Di conseguenza, non sono ancora stati resi pubblici progetti di legge, di sistemi di fatturazione o di strutture per i processi; tuttavia, i risultati dovrebbero essere pubblicati durante l’estate.
Se è ancora troppo presto per descrivere con assoluta certezza come sarà il sistema di fatturazione elettronica indiano, sicuramente non mancano le ipotesi in merito. Il CoO aveva il compito di studiare come l’attuale sistema di eWaybill potesse essere riciclato in un sistema di fatturazione elettronica obbligatorio, per cui è molto probabile che il nuovo sistema presenti forti somiglianze con le procedure di eWaybill.
Tali somiglianze includono il principio della generazione in tempo reale o quasi di intervalli di numeri di fattura da una piattaforma centrale, che devono poi essere inclusi nella fattura stessa affinché diventi un documento valido ai fini fiscali. In altre parole, questo tipo di sistema non comporterebbe l’emissione della fattura su un portale per la clearance, come in Italia, ma costituirebbe una versione di fatturazione elettronica leggermente più facilitata.
La fatturazione elettronica in India è una possibilità legale e una realtà pratica già da diversi anni e, di conseguenza, molte aziende sono già al passo con la fatturazione elettronica basata su PDF nel paese. Date le dimensioni dell’economia indiana e il ruolo che svolge nella produzione globale, qualsiasi grande riforma della fatturazione elettronica avrà un impatto significativo non solo sulle imprese locali, ma sul commercio internazionale nel suo complesso.
Il 21 giugno, il Consiglio GST dovrebbe discutere in generale dei controlli fiscali e di come aumentare la riscossione delle imposte attraverso requisiti di conformità modernizzati. Resta da vedere se il Consiglio GST è pronto a prendere una decisione formale sull’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria nel paese o se è pronto a pubblicare un quadro di alto livello per considerazioni di base come obiettivi, date di entrata in vigore e principi tecnici di alto livello.
In caso contrario, non c’è motivo di preoccuparsi che la decisione possa essere posticipata; se mai, sarebbe saggio aspettarsi il contrario: il governo del primo ministro Modi ha più volte mostrato la capacità di portare a termine i compiti molto rapidamente. Dopo il successo ottenuto alle elezioni di un mese fa, non ci sono ragioni per credere che il primo ministro non farà lo stesso con questo progetto.
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L’Italia è in prima linea nella fatturazione elettronica B2G in Europa fin dal lancio del Sistema di Interscambio (SDI), piattaforma per la fatturazione elettronica creata e resa obbligatoria per tutti i fornitori del settore pubblico nel 2014.
Mentre alcuni dei suoi vicini europei si adoperano per recuperare lentamente terreno, l’Italia continua a migliorare l’integrazione delle nuove tecnologie nelle procedure della pubblica amministrazione. L’ultima novità è l’introduzione degli ordini elettronici negli appalti pubblici. Sfruttando il successo ottenuto dal Nodo di Smistamento degli Ordini della pubblica amministrazione in Emilia-Romagna, l’Italia sta ora estendendo questa funzionalità in tutto il paese.
Dal 1º ottobre 2019, tutti gli ordini di prodotti acquistati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) devono essere consegnati e ricevuti dai fornitori tramite la piattaforma NSO. I fornitori interessati dal provvedimento saranno tenuti a ricevere ordini elettronici dagli enti pubblici: la pubblica amministrazione non procederà alla liquidazione e al pagamento di fatture emesse da società non conformi. È interessante notare che il provvedimento copre tutti gli ordini di acquisto effettuati da enti associati al SSN, compresi non solo i prodotti di carattere sanitario ma anche le forniture per ufficio e di elettronica.
Oltre alla ricezione obbligatoria degli ordini elettronici, i fornitori potranno anche inviare messaggi alla pubblica amministrazione. In casi precedentemente concordati tra fornitori e pubblica amministrazione, la società fornitrice può inviare ordini elettronici precompilati all’acquirente della pubblica amministrazione, che potrà confermare o rifiutare la fornitura proposta.
Anche i fornitori esteri dovranno adeguarsi al provvedimento. Il mandato NSO avrà un certo impatto sulla fatturazione elettronica per le pubbliche amministrazioni italiane, visto che alcuni dati degli ordini elettronici devono essere inclusi nelle fatture elettroniche che vengono trasmesse attraverso l’SDI.
Il sistema NSO è basato sull’infrastruttura SDI esistente e, di conseguenza, la comunicazione con l’NSO richiede che il canale venga accreditato in maniera simile all’SDI. I fornitori e gli intermediari che già provvedono alla trasmissione di messaggi tramite la piattaforma SDI devono conformarsi ai requisiti di certificazione complementari, che devono ancora essere pubblicati. Inoltre, le specifiche tecniche mostrano che gli intermediari PEPPOL possono interagire con la piattaforma NSO grazie a un servizio di Access Point accreditato con l’NSO.
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Il ministro francese dell’Azione e dei conti pubblici, che ha autorità su tutte le questioni fiscali, ha approfittato della procedura necessaria per recepire la direttiva sull’e-commerce dell’UE al fine di sponsorizzare una serie di iniziative mirate a contenere le frodi IVA, tra cui il rinnovato tentativo di creare un sistema di fatturazione elettronica obbligatoria.
Al momento ci troviamo alle ultime fasi di un programma per l’implementazione graduale della fatturazione elettronica B2G (appalti pubblici), in base al quale anche le piccole aziende presto dovranno inviare le proprie fatture agli enti pubblici tramite la cosiddetta piattaforma Chorus.
L’attuale presidente Macron, quando era ancora ministro delle Finanze sotto il suo predecessore François Hollande, aveva proposto di introdurre obblighi simili anche per la fatturazione elettronica B2B, ma la sua proposta era stata respinta a causa di incoerenze con la direttiva IVA e di un aumento percepito dell’onere amministrativo per le aziende.
Tuttavia i tempi sono cambiati e, da quando l’Italia ha aperto la strada il 1 gennaio 2019, anche la Francia, come altri Stati membri dell’UE, ha iniziato a riconoscere nuove opportunità nell’applicazione di un mandato di fatturazione elettronica B2B . Il governo italiano ha ottenuto una deroga UE a determinate disposizioni della direttiva IVA e questo ha permesso al paese di lanciare un mandato nazionale di fatturazione elettronica basato su controlli immediati in tempo reale da parte dell’Agenzia delle entrate. Tali sistemi di fatturazione elettronica di “clearance”, ispirati all’approccio adottato negli ultimi 5-10 anni dai paesi dell’America Latina, si sono dimostrati molto efficaci nella lotta contro le frodi IVA.
Se è ancora troppo presto per parlare di una proposta francese concreta (o teorica) per la fatturazione elettronica B2B, è chiaro che il governo ha intenzioni serie in questo senso. Il Ministro Gérald Darmanin ha dichiarato l’intenzione di avviare un processo di consultazione che coinvolga il settore privato per discutere di come aggiornare le piccole e medie imprese al nuovo sistema nel modo più agevole possibile.
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Al di là delle implicazioni delineate nel nostro ultimo post sul blog, il decreto legge portoghese 28/2019 incide sulle aree che vanno al di là della fatturazione, apportando modifiche sia all’archiviazione sia alla trasmissione dei dati fiscali.
Una novità introdotta dal decreto legge è l’introduzione esplicita dell’obbligo di archiviazione delle fatture elettroniche in formato digitale, che favorisce ulteriormente l’adozione di formati elettronici. Il Portogallo ha scelto un sistema chiuso in cui, per legge, la fattura deve rimanere nel formato in cui è stata emessa. Ciò significa che le aziende che non emettono fatture elettroniche ma che ne ricevono dai propri fornitori dovranno acquisire e mantenere un archivio elettronico o, in alternativa, rifiutare la fattura e richiederne una versione cartacea. Per quanto riguarda l’archiviazione, infatti, la legge non consente di modificare il formato della fattura.
Il decreto stabilisce poi alcuni requisiti di archiviazione:
I contribuenti hanno l’obbligo di segnalare alle autorità fiscali l’ubicazione del proprio archivio elettronico. Tutti i contribuenti dovranno conformarsi alle regole di transizione del decreto legge entro 30 giorni dalla sua entrata in vigore, vale a dire entro il 17 marzo 2019.
Oltre alle regole di archiviazione elettronica, sono state introdotte modifiche alla trasmissione dei dati delle fatture all’autorità fiscale attraverso i file SAF-T (PT) modificando le disposizioni stabilite nel decreto legge portoghese n. 198/2012 in merito alle tempistiche di consegna del file SAFT-T (PT). Finora, per adempiere agli obblighi dichiarativi, i contribuenti potevano consegnare il file SAF-T entro il 25 del mese successivo all’emissione della fattura.
Da oggi, invece, si prevedono tempistiche ridotte secondo il seguente programma:
I contribuenti potranno comunque scegliere di trasmettere i dati in tempo reale tramite integrazione del servizio web invece di caricare il file SAF-T (PT). Il decreto legge ha rafforzato questa opzione, in quanto i contribuenti che scelgono di trasmettere i propri dati in questo modo non sono obbligati a stampare fatture emesse B2C a meno che non sia esplicitamente richiesto dall’acquirente e purché rispettino il requisito di inserire il codice di fatturazione unico nella fattura e utilizzare un software di fatturazione certificato.
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